Guida a Nuria:
"Esistono più buoni motivi per combattere che per amare"
Geografia:
L’impero di Nuria
domina il territorio più vasto e si estende dal profondo sud fino al grande
fiume. La capitale è Aglan e la famiglia sovrana è quella dei Gadna. Sono
l’ultima razza dei comunemente chiamati senza legami, e i primi ad aver mosso
guerra contro tutti i popoli del sud.
Le città principali,
oltre alla capitale, sono quelle di Gora e Daru del Ducato ovest, Velda e Aglan nel Ducato nord, Baroe, Daenia,
Lians e Odrat nel Ducato sud e Morvar e Dria in quello dell’est. Queste formano
le dieci nazioni o feudi di Nuria che in passato lottavano tra loro nel vano e
sanguinoso tentativo di unire le dieci città sotto un unico vessillo, sogno che
vide la propria riuscita solo grazie alla diplomazia di Re Guimeo Dorol, il dio
saggio.
Politica: Monarchia
Nuriana.
L’impero di Nuria è
guidato dalla monarchia Nuriana, dove la legge è la parola del re. Tuttavia
questo deve comunque considerare più che altro per evitare guerre e ribellioni,
anche i Baroni dei feudi nelle decisioni che riguardano tutto l’impero. La più
alta carica quindi è quella di re di Nuria, seguita immediatamente dal titolo
di principe. Seguono i Duchi, che sono i sovrani dei “punti cardinali, o
Ducati” dell’impero, ovvero nord, sud, ovest, est, ma che non hanno alcun tipo
di potere se non quello di fare da parte neutra nei consigli tra i Baroni
appartenenti allo stesso Ducato. I Baroni sono i signori dei feudi, sovrani
delle principali città di Nuria. Ogni Barone che giura fedeltà al re, lo fa
anche in nome di tutto il proprio Feudo. Tra questi e i nobili minori, si
trovano i Generali. Seguono i proprietari terrieri, anche detti Governanti o
Vassalli; questo dipende totalmente dal numero della popolazione che il
proprietario terriero guida. In sostanza, i Governanti sono i signori dei
villaggi di grandi dimensioni come Inea, Tedo e Adal, nel nord, mentre i
Vassalli guidano i vari piccoli insediamenti dei campi di Bride il povero o dei
villaggi dei minatori. L’ultimo gradino è riservato ai cavalieri e ai capi di
un ordine di qualsiasi tipo.
"Non vi sarà un Imperatore finché Nuria non conquisterà il Nord"
"Non vi sarà un Imperatore finché Nuria non conquisterà il Nord"
Credenze:
Per i Nuriani i tre
sacri ideali, ovvero la guerra, l’onore e la conquista sono importanti tanto
quanto l’acqua, il cibo e l’aria. Per questo la maggior parte dei loro Dei della
guerra sono generali o sovrani del passato. Primo tra tutti Olen Dermar, il dio
della guerra di Agat che portò all'estinzione gli Agatiani permettendo
all'impero di espandersi fino ai confini sud delle montagne di fuoco. Il
secondo in ordine d’importanza è Maedo Darsiark, il dio che non muore. Fu
ferito mortalmente centinaia di volte, alcuni sostengono che qualcuno gli abbia
persino reciso la testa dal collo ma, inspiegabilmente, Maedo Darsiark ne era
sempre uscito vivo. Lord Brada Gadna è conosciuto anche come il dio senza
pietà. È il più recente culto, l’ultimo uomo benedetto dalla spada insanguinata
dei sacerdoti rossi del tempio di Aglan, padre di re Ferdur e quindi nonno di
Adeleo e Galvat, forse il re più spietato e tiranno che Nuria abbia mai avuto.
Segue Gheler Aermidia, il dio traditore. Era il
nipote del re e aveva fama di essere uno dei più forti cavalieri di tutta
Nuria. Vinse tutte le battaglie nel nome del re, eliminando le opposizioni e le
ribellioni che le crudeli leggi di Lord Brada creavano, ma alla fine tradì la corona e morì nel disonore. Per questo ed altri motivi è il meno conosciuto. Ultimi ma non meno
importanti, Re Guimeo Dorol, il dio saggio e Edled Mur, chiamato ironicamente
il dio pescatore, che conquistò il mare di Selgo.
Mentre il re, i
principi, i baroni, i grandi signori e tutta l’alta e bassa borghesia di Nuria
lodano questi antichi generali, il popolino affida le proprie speranze nelle
mani di Bride il povero, protettore della terra. Questi non fu né un generale né
un re, ma un semplice contadino che, secondo alcuni antichi scritti e secondo
le voci dei sacerdoti pallidi, era capace di far germogliare e crescere grandi raccolti
solamente calpestando la terra a piedi nudi.
I Preti Rossi
appartengono al culto dei tre sacri ideali e sono di solito vecchi guerrieri,
veterani di gloriose battaglie, protagonisti di grandi gesta. Non vi è alcuna
gerarchia o politica fra l’Ordine dei preti rossi, e l’unico potere che questo
esercita è quello di elevare gli uomini che hanno seguito con le azioni i sacri
ideali, in Dei della guerra. Inoltre hanno il compito di celebrare riti di
qualsiasi tipo, da quelli funebri a quelli di cavalierato. I luoghi dove di
solito questo accade è nei campi d’addestramento, nei forti militari, sui campi
di battaglia passati o futuri, nelle armerie e più raramente nelle stalle dei
cavalli addestrati alla guerra o nelle forge dei fabbri. Il prete indossa
sempre una tunica rossa e un’armatura e una spada, poi, in base al tipo di
benedizione, questo può aggiungere scudo, elmo, mantello e anche un vecchio
cavallo da guerra. Se però il rito è funebre, il prete è costretto a indossare
l’intero equipaggiamento del caduto ma nei limiti della propria forma fisica.
Quando si tratta di ragazzini o se il prete in questione è troppo grasso, la
cosa potrebbe anche limitarsi alla sola spada del caduto.
I Preti Bianchi,
chiamati preti pallidi dall'alta borghesia, appartengono al culto di Bride il
povero, e di solito sono semplici uomini della plebe. Il culto di Bride onora
il lavoro e la terra. I nobili chiamano questi preti anche con il termine di
Piarvodiani, che significa Piedi Piagati, termine deciso da un antico re di
Nuria, Pasvo, che aveva la mania di coniare parole nuove con l’umoristico scopo
di nascondere dietro di esse degli insulti spesso molto pesanti. Piedi Piagati,
o anche i Calpestati, perché i riti dei Preti bianchi si svolgono nelle
campagne, spesso su terreni appena seminati che questo deve poi calpestare
senza né scarpe né calze. Tali cerimonie possono durare anche delle ore, tutto
dipende dalla grandezza del terreno da calpestare e più grande questo è, più i
Preti bianchi esigono in cambio del “Pestaggio della terra” ricompense come
cibo, vino, animali d’allevamento e beni materiali di vario genere. Una legge
scritta dallo stesso Pasvo, la persona che più di tutte disprezzava il culto di
Bride il povero, permette ai contadini insoddisfatti dal nuovo raccolto di
giudicare colpevole il prete, al quale saranno poi tagliati i piedi. Se invece
il raccolto dopo l’ultimo pestaggio è scarso, questo può anche perdere la vita. Nessun re eliminò o modificò mai questa crudele usanza, sia per
il fatto che di solito l’alta borghesia disprezza i Piarvodiani e il culto di
Bride in generale, sia perché la maggior parte di quel raccolto finisce nelle
cucine dei nobili.
Ordini:
Uno degli eventi più
importanti che ha cambiato per sempre il volto di Nuria, è la nascita del
codice dei cavalieri, in altre parole, cerchie di guerrieri indipendenti che
scelgono di vivere secondo un’ideale comune. Il primo ordine a seguire tale
codice fu quello dei figli delle fiamme, ovvero i cento uomini che sterminarono
i sedici draghi che dimoravano nelle miniere dei monti Italgo, e il loro
giuramento fu quello di servire la corona. Oggi l’ordine è passato nelle mani
di Adeleo Gadna, che ne ha cambiato il nome in ordine della corazza a scaglie.
Il secondo codice in
ordine di nascita è quello dei baroni, seguito immediatamente da quello dei
generali. L’ordine dei baroni ha il solo scopo di mantenere la pace tra tutti i
sovrani delle grandi città, mentre quello dei generali riunisce sotto un unico
vessillo tutte le forze armate di Nuria. Nel tempo sono nati numerosi ordini,
da quello della guardia reale (che ha giurato di proteggere i grandi signori
nei lunghi viaggi) a quello dei taglia-Ledah delle segherie, fino a quello
ribelle dei distruttori che ha giurato di spodestare i tiranni dal bianco trono
di Aglan.
Nel tempo gli Ordini
sono stati divisi in tre parti fondamentali: guerriglieri, nobiliari, e
popolani. I primi fanno riferimento ai gruppi di guerrieri di qualsiasi tipo e
al servizio di qualsiasi ideologia, i secondi, come l’ordine dei Baroni,
considerano solo alcune parti del codice dei cavalieri, mentre i terzi
sfruttano solo i vantaggi politici che un ordine da, senza seguire minimamente
il codice. Alcuni esempi per gli Ordini popolani sono l’ordine dei Guaritori,
l’ordine dei Taglia-Ledah, l’ordine della Gleba, l’ordine dei fabbri, dei
cuochi, dei bardi, dei Preti rossi, dei preti Bianchi e così via.
Il codice dei
Cavalieri:
Fu scritto dal Dio
minore della guerra Isild Barvermer, fondatore dell’omonima torre militare. “Io
non seguo la parola dei grandi signori, non prometto fedeltà a ideali che non
mi appartengono, non sono un servo dell’impero. L’unico comune sentimento è
quello dei tre sacri ideali, la guerra, l’onore e la conquista, che non sempre
si riferiscono al loro comune significato. La guerra da affrontare è quella che
deriva dal giuramento, l’onore nasce dal seguire i propri ideali e il proprio
senso di giustizia, la conquista è raggiungere un obiettivo senza mai perdere
la fede nella promessa. Padroni e servi di se stessi e dei propri compagni,
questo siamo” Seguono poi i requisiti. “Un ordine di cavalieri ha uno scopo o
un’ideale comune al quale questo giura eterna fedeltà. Tradire il giuramento,
che può avere diverse forme simboliche come canti, ballate, musiche, poesie o
semplici frasi, è come tradire i tre sacri ideali stessi. Onora il giuramento,
onora tutti coloro che giurano con te, onora gli Dei della guerra, onora il
nemico che muore nel nome dei propri ideali, onora la morte di un compagno che
cade nel rispetto del giuramento, onora
l’uomo fondatore del comune Ordine, onora anche il più debole se questo
dimostra comunque un’inviolabile fede”
Il titolo di “mio
Isild” vale solo per i propri membri dell’ordine, e può essere guadagnato
dimostrando, come scrive Isild stesso, un’inviolabile fede verso il giuramento
fatto, qualsiasi esso sia.
(Immagine presa dal web)
(Immagine presa dal web)
Titoli:
Mio Olen: mio Dio della
guerra. Solo i grandi condottieri possono guadagnarsi tale titolo, perché gli
unici che hanno la capacità di rivestire un generale con questo vezzeggiativo,
sono proprio gli uomini che questo guida. Si riferisce al principale Dio della
guerra Olen Dermar.
Mio Maedo: ha molti
significati, in generale esprime la paura di perdere una persona, soprattutto
nella morte. È un titolo che tutti possono dare a tutti. Tra uomini è segno di
rispetto. Il popolo chiama una determinata personalità maschile “Mio Maedo”
quando capisce che la sua comunità non può fare a meno di lui. Una donna di
solito chiama il proprio amato Mio Maedo. Si riferisce al Dio della guerra
Maedo Darsiark, il Dio che non muore. Negli ultimi anni prima degli eventi narrati in Gheler l'esploratore, è emerso anche il titolo "Mia Maedo" riferito alle donne, che ha subito creato scalpore nelle alte corti del regno.
Mio Isild: Termine
usato solo fra i membri interni di un Ordine. Non ha una traduzione. Può essere
conquistato solo da chi segue fedelmente il giuramento del proprio Ordine, o da
chi muore nel nome di questo anche senza che abbia compiuto grandi gesta.
Mio Aglan: è usato solo
nella corte del re, un titolo che spetta unicamente alla famiglia sovrana,
quindi a tutti coloro che condividono lo stesso cognome del sovrano. Lo stesso
vale nelle altre grandi città, i Baroni e la loro famiglia conquistano
automaticamente il titolo di Mio Velda, se per i signori di Velda, mio Gora per
quelli della città di Gora e via dicendo. Tale tradizione ha raggiunto persino
i grandi e piccoli villaggi, in alcuni casi arrivando anche alle semplici
famiglie del popolo. Infatti, alcuni figli chiamano il proprio padre come “Mio”
seguito dal nome del più lontano antenato della famiglia di cui si ha
memoria.
Usanze:
Il matrimonio: Nuria è
molto legata e allo stesso tempo infastidita dai legami con la natura che gli
altri popoli hanno. Sfruttano lo stesso principio morale nel matrimonio, due
persone che si legano in modo eterno, dove con la morte di uno segue anche la
morte dell’altro, ovviamente solo in senso astratto e morale.
Le feste Nuriane, così
come con i culti, si dividono in feste nobiliari e popolane. Quelle della
nobiltà sono di vario tipo. Un matrimonio importante, la nascita di un bambino,
una conquista militare o politica, il giorno di nascita di uno degli Dei della
guerra, un compleanno, un anniversario di governo e cose simili. Per quanto
riguarda gli Dei della guerra, ognuno di questi è festeggiato in modo diverso.
Il 14 luglio è
celebrata la nascita di Olen Dermar. La mattina con tornei di mischia tra
cavalieri divisi in fasce d’età, nel pomeriggio si premia il vincitore, che per
un solo giorno conquisterà il titolo di Mio Olen, e si assiste a ballate e a
teatrini che narrano le grandi gesta del Dio. La sera i preti rossi bruciano un
albero del reame di Agat, in ricordo della più lodata conquista di Olen. Il
tutto è perennemente accompagnato da un banchetto. Questa festa si celebra
anche nelle altre città dell’impero di Nuria ma nessuna può competere con
Aglan, per questo spesso i Baroni si trasferiscono nella capitale per
partecipare al rito insieme al re.
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