sabato 9 gennaio 2016

Alba - Da racconto a cortometraggio

Salute, Esploratori. 


L'altro ieri, 7 Gennaio, usciva ALBA, un esordio, una prova o, per meglio dire, un "mettersi alla prova". Ma come è nata l'idea che fa da sfondo al tutto? Da una semplice parola, da un contest narrativo, scrivere un racconto sulla guerra. E come farlo? Non l'ho mica vissuta, io, la guerra. Dubito di sapere cosa sia davvero e, detto sinceramente, spero resti così il più a lungo possibile. Allora mi sono affidato all'immaginazione, quindi ho pensato: dal punto di vista di una bambina, cos'è la guerra? A 8 anni, probabilmente, è soltanto un gioco, qualcosa che accade in televisione e da nessun'altra parte. Sono più o meno informato sugli eventi recenti, come anche su quelli del passato. Avrei potuto prendere parte a un ideale, narrarvi, invece che di Alba, di un soldato Americano, Tedesco, Italiano, fare il nazionalista, condannare una fazione piuttosto che l'altra, ma ho scelto di non farlo. In fondo, cosa importa a una bambina di 8 anni chi sono i buoni e chi i cattivi? Sempre ammesso che questa estrema distinzione abbia un fondo di verità ed io, personalmente, ne dubito fortemente. Come disse qualcuno molto prima di me, il razzismo è una malattia della mente che può essere facilmente curarata viaggiando; con il corpo o con il pensiero, aggiungerei, perché l'importante è non restare immobili.
A supporto di ciò, non ci sono bandiere in Alba, non ci sono fazioni, non ci sono motivi giusti o sbagliati, c'è solo una bambina, chiusa in uno scantinato, che ha paura. Una paura che si trasforma in fantasia, un viaggio in mare, una tempesta, i tuoni, il vento. Se una cosa è troppo spaventosa, basta immaginare, viaggiare, e forse si è in grado di superare le proprie paure. La fantasia è un meccanismo di auto-difesa, spesso si attiva fuori dal nostro controllo e ci aiuta a distogliere lo sguardo, a evitare di soccombere. Che sia giusto o sbagliato, positivo o negativo, questo Alba ancora non lo sa.

Non mi dilungherò oltre con questi inutili discorsoni sul relativismo e quant'altro, perciò passiamo direttamente al fine di questo post: da racconto a cortometraggio!
Quante volte vi è capitato di vedere un film e pensare: cavolo, non è per niente uguale al libro!
Tantissime. Ebbene, seppur misera, la mia esperienza in merito è servita a comprendere questo sempre "animatamente" discutibile aspetto.
Carta e schermo sono due mondi lontani ma vicini. Opposti ma affini. Quando si parla di esperienza grafica, di video, le cose cambiano. Se un libro o un racconto, come in questo caso, è stato scritto per essere soltanto tale, credetemi; risulta maledettamente difficile muoverlo dal pensiero agli occhi. Nasceranno sempre delle differenze, se non a causa delle tempistiche, lo faranno per i mezzi; se non a causa dei mezzi, accadrà per la regia. Libri e Film hanno e avranno SEMPRE delle esigenze diverse. Che poi sia meglio uno o l'altro, questo è abbastanza discutibile e, per chiudere il cerchio: relativo.

Detto questo, vi consiglio di riguardare Alba. Una seconda visione vi darà maggiore consapevolezza, soprattutto dopo aver letto il racconto; se non l'avete ancora fatto.
Vi invito, inoltre, a condividerlo, a commentarlo; ogni esordio ha bisogno di supporto e consigli; essenziali, invece, sono le critiche. Quindi non esitate!

"Da che mondo è mondo non c'è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre
(Tiziano Terzani - Il Sultano e San Francesco)

Grazie, alla prossima.

- Antonio Polosa




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